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Il fenomeno del Cyberbullismo
Il fenomeno del bullismo è in continua evoluzione e, adattandosi agli attuali metodi di comunicazione, assume nuove forme: si parla di cyberbullismo (bullismo informatico).
Internet, i social network e gli smartphone costituiscono, infatti, i nuovi mezzi attraverso cui possono essere poste in essere azioni aggressive e di sopraffazione.
Il fenomeno risulta maggiormente diffuso tra i giovanissimi, adolescenti e preadolescenti, spesso non educati correttamente all’utilizzo delle nuove tecnologie, e inconsapevoli delle implicazioni negative che, come spesso accade, e la cronaca ne è testimone, possono scaturire da un utilizzo inesatto delle stesse.
La normativa ad hoc contro il cyberbullismo
Con l’intento di reprimere e prevenire il fenomeno del cyberbullismo, in Italia si è deciso di intervenire adottando una normativa ad hoc.
A seguito di un lungo e travagliato iter, sottoposto a ben quattro passaggi parlamentari, il 18 giugno 2017 è entrata in vigore la L n. 71/2017, c.d. Legge Ferrara, contenente “Disposizioni a tutela dei minori per la prevenzione ed il contrasto del fenomeno del cyberbullismo”.
Trattandosi di una materia per la quale non sono importanti solo le nozioni giuridiche, ma anche quelle appartenenti ad altri settori quali la psicologica, la medicina e la sociologia, l’idea era quella di dar vita ad un’azione sinergica che coinvolgesse soggetti appartenenti a diversi settori.
Il Cyberbullismo nel settore scolastico
La legge sembra riporre particolare attenzione e fiducia nei confronti del settore scolastico. A tal proposito, offre molto sul piano della formazione scolastica del minore prevedendo, ad esempio, che i regolamenti degli istituti scolastici facciano specifico riferimento alle condotte di cyberbullismo e che all’interno delle scuole vengano attivate delle idonee azioni di carattere educativo.
Prevede, poi, che il MIUR adotti delle specifiche “linee di orientamento per la prevenzione e il contrasto del cyberbullismo nelle scuole”: formazione degli insegnati, promozione del ruolo attivo degli studenti e la previsione di misure di sostegno e rieducazione dei minori coinvolti.
Le recenti linee di orientamento ministeriali, recependo e allineandosi con quanto indicato nel testo di legge, forniscono alle istituzioni scolastiche, strumenti di comprovata evidenza scientifica e indicazioni alle quali attenersi per realizzare interventi efficaci di prevenzione degli episodi di bullismo che colpiscono gli studenti.
La procedura di ammonimento per i minori
In ultimo, la legge introduce una procedura di ammonimento con l’obiettivo di responsabilizzare i minori con età superiore ai 14 anni che, di fatto, si rendono autori di un reato.
Una qualificazione penale speciale, attraverso la modifica dell’art. 612-bis c.p. (atti persecutori), così come proposto dal ddl n. 1690 (attualmente all’esame del Senato), non sembra rappresentare la soluzione più idonea al problema. Al contrario, risulta importante introdurre delle misure di carattere rieducativo e di recupero, nonché riparative delle condotte penali poste in essere dal minore che, in una vicenda di bullismo, veste le parti di soggetto attivo.
Sarebbe, quindi, più opportuno concentrarsi sull’individuazione di strategie volte alla promozione della L. n. 71/2017, e non ipotizzare interventi di carattere repressivo che lasciano, probabilmente, poco spazio a quel “diritto mite” che ha ispirato la legge e che meglio si adatta alle vicende che vedono coinvolti i minori.